E' appena stato pubblicato il nuovo Rapporto sul mercato immobiliare relativo al primo trimestre 2023 pubblicato da Nomisma, una delle più autorevoli società di studi e analisi su tematiche economiche e sociali. Questi gli highligth del rapporto
Settore residenziale
Con riferimento ai valori, le evidenze che scaturiscono dal monitoraggio delle città intermedie confermano il perdurare di un’intonazione positiva (+3,1% su base annua dei prezzi delle abitazioni usate), anche se è in corrispondenza delle realtà di maggiori dimensioni che ci si deve attendere l’insorgere di eventuali segnali recessivi, di cui comunque al momento non si ravvisa traccia.
Settore commerciale
Se il settore residenziale continua a restituire ancora segnali di vitalità, più complicata continua a risultare la situazione delle unità immobiliari per le attività di impresa. Al lascito di cambiamenti e incertezze ereditato dalla pandemia si sono aggiunte le difficoltà congiunturali indotte dall’aumento dei costi di gestione, dal rallentamento dell’attività economica e dalle difficoltà di accesso al credito.
Locazioni
Diversa risulta la situazione sul versante locativo, dove alla domanda stabile di lungo periodo si sta aggiungendo quella temporaneamente impossibilitata ad accedere alla proprietà, senza trascurare la ritrovata vigoria di quella turistica e studentesca. La risultante in questo caso è una pressione rialzista sui canoni (+3,6% su base annua per le abitazioni usate) di entità maggiore alla dinamica dei prezzi, che mal si concilia con le capacità di spesa della componente economicamente più fragile.
Prospettive
Il ricorso al credito diventa sempre più spesso un fattore imprescindibile per mantenere inalterati gli stili di vita e non sacrificare le ambizioni di investimento. Il crescente fabbisogno si scontra, tuttavia, con un orientamento bancario fattosi progressivamente più prudente e selettivo.
A rendere più impervio l’accesso al credito non è tanto l’accresciuta onerosità del finanziamento, ma la mutata percezione sulla solvibilità futura di molti dei potenziali mutuatari.
Non deve, dunque, stupire il sensibile calo delle intenzioni di acquisto delle abitazioni e delle richieste di finanziamento dopo il boom del biennio 2021-22.
Su questo versante, il cambiamento più significativo si rileva in corrispondenza della propensione all’erogazione da parte degli istituti di credito. La strozzatura del canale creditizio riduce inevitabilmente l’afflusso di domanda al mercato, determinando una flessione dell’attività transattiva stimabile nell’ordine del 14,6% su base annua.