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La storia della principessa Boncompagni Ludovisi, sfrattata dal Casino dell'Aurora

I carabinieri hanno eseguito l’ordine dei magistrati dopo una lunga battaglia sull’eredità. La nobildonna, originaria del Texas, era la sola ad abitare un’area di 30 ettari che contiene opere inestimabili: da Caravaggio a Michelangelo


La principessa si allontana in taxi con i suoi barboncini


Una dimora da sogno, una nobildonna e una disputa sull’eredità di famiglia dall’epilogo doloroso: sembra la trama di un romanzo ma è una storia vera, consumatasi nel cuore dell’aristocrazia romana.



La protagonista è Rita Jenrette Carpenter, terza moglie e vedova del principe Niccolò Boncompagni Ludovisi, che stamattina è stata costretta a lasciare la sua casa a pochi metri da piazza di Spagna, il Casino dell’Aurora, dopo l'esecuzione da parte dei carabinieri dell'ordinanza di sfratto, firmata dalla giudice Miriam Iappelli a metà aprile.


La principessa, originaria del Texas, era la sola ad abitare un’area di 30 ettari che contiene beni artistici inestimabili.


 "È stata la più brutta esperienza della mia vita", ha detto la nobildonna rivolgendosi ai cronisti prima di lasciare la storica dimora a bordo di un taxi in compagnia dei suoi quattro barboncini bianchi. "Ho fede – ha aggiunto in inglese –. Come diceva Martin Luther King in un famoso discorso, la verità verrà fuori, al di là di ogni macchinazione”. 

A cosa si riferisse è presto detto: la diatriba riguardante l'eredità del principe Boncompagni Ludovisi che, prima di morire, aveva stabilito che la sua ultima consorte avrebbe avuto il diritto di abitare la villa che avevano condiviso per anni. La decisione, contestata dai tre figli di primo letto del nobile, aveva innescato una battaglia legale. Il compromesso trovato dalle controparti era stato mettere il Casino all’asta. 




Da più di un anno, dunque, si sono rincorsi i tentativi per trovare un compratore, ma senza alcun esito, nonostante il prezzo iniziale di 471 milioni - considerata "l'asta immobiliare del secolo" - di euro sia stato ormai abbassato a poco più di 140 milioni.

Alla radice dell’ordinanza di sfratto emanata dal tribunale, però, ci sarebbero altre questioni. La vedova del principe, sostiene il giudice, non solo avrebbe permesso visite a pagamento nella dimora, senza autorizzazione, ma non si sarebbe neanche adoperata per la cura e la manutenzione dei beni artistici in essa contenuti. 

Perché di tesori artistici, all’interno della dimora, ce ne sono a bizzeffe: basti pensare all’unico dipinto murale mai realizzato dal Caravaggio (valutato da solo circa 300 milioni di euro), agli affreschi del Guercino e al Satiro di Michelangelo.





E mentre la principessa e i suoi legali respingono ogni addebito, Bante Boncompagni Ludovisi, terzogenito del principe presente durante l'esecuzione dello sfratto, si dice soddisfatto dell’ordinanza del magistrato. 


Testimone, anche lui, di una mattinata lunga e complessa: lo sfratto era previsto per le 9, ma soltanto verso le 10 i carabinieri con i fabbri e il medico sono riusciti a entrare dalla porta laterale, che si trova alla destra del cancello principale del Casino dell'Aurora. Alle 11:45 circa la principessa è uscita dal retro e si è allontanata dalla dimora, consegnando ai cronisti le immagini di un triste addio.

La notizia raccontata da Euronews

redazione roma

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