Vivai senza autorizzazioni, un ristorante abbandonato e i vecchi fienili nel mirino del Comune: "Via agli espropri"per restituire ai cittadini l'accesso a tutto il parco
Il parco della Caffarella è l'area protetta urbana più grande d'Europa. E come in altre parti della città anche in quest'area sono presenti abusi che ne ostacolano il pieno godimento di parte di tutti. L'Assessora all'Ambiente Sabrina Alfonsi punta al recupero dell'area per renderla finalmente interamente fruibile dai cittadini.
Il punto della situazione.
La Repubblica - Roma - 28-04-2023
articolo di Marina de Ghantuz Cubbe
Tra ex officine che incredibilmente erano sorte all'interno del Parco che porta il nome della Regina viarum e vivai con cactus sotto sequestro, l'assessora all'Ambiente, Sabrina Alfonsi, punta al recupero dell'area protetta urbana più grande d'Europa. L'obiettivo è di renderla finalmente interamente fruibile dai cittadini. A partire da quei luoghi che ora non consentono l'accesso al parco, tra ex ristoranti e fienili.
Nella maggior parte dei casi bisogna completare gli espropri avviati anni fa e mai portati a termine: come il vivaio Idea Verde a cui è stata anche versata la relativa indennità e che però ancora occupa l'area che affaccia sull'Appia Antica, all'altezza del civico 27, con serre oggetto a tutt'oggi di verifiche da parte del Comune. L'attività agricola del vivaio sarebbe anche compatibile con il Parco, ma andrebbe comunque spostata altrove.
Esattamente di fronte c'è l'ex ristorante Quo Vadis, un immobile che è già tornato in possesso del patrimonio capitolino e che però è abbandonato e andrebbe invece rimesso a nuovo e valorizzato.
Dietro il vivaio, c'è poi la particolare creatura del signor Palisano, più volte salito all'onore delle cronache per aver realizzato una sorta di tempio dei cactus. Anche in questo caso, si legge in una memoria di giunta firmata da Alfonsi, ci sono sia l'esproprio dell'area che l'indennità. Ma sull'Appia ci sono ancora le serre con piante sotto sequestro. C'è anche una colonia di tartarughe. Tutte attività «cui conferire carattere scientifico, conferendone la gestione a un ente di ricerca». Che poi è il sogno del 70 enne: realizzare lì un orto botanico aperto a tutti. Purché quel punto possa diventare anche una via di accesso al Parco.
Un altro edificio il cui esproprio, invece, è da completare è l'ex fienile che al momento è solo in parte di proprietà comunale. L'area era utilizzata come punto di vendita di auto e come officina. Per questo «deve essere urgentemente riacquisita e bonificata con impegnativo intervento in danno — dell'ex proprietario, ndr — a cura del Comune». L'altra via sarebbe un atto transattivo. Fatto sta che l'ex fienile potrebbe in parte diventare una foresteria per le Università che si occupino di attività di scavo.
Ma ecco altri abusi, dai pascoli che scorrazzano dove non potrebbero alle aree in via della Caffarella che sono occupate abusivamente e utilizzate come depositi di materiali o a fini abitativi.
Per risolvere tutte queste questioni, Alfonsi ha dato mandato al dipartimento Tutela ambientale di costituire un tavolo permanente con i rappresentanti dei Parchi regionale e archeologico dell'Appia Antica, i municipi VIII e VII, l'avvocatura capitolina, la Soprintendenza di Stato e, tra gli altri, l'ufficio Espropri del Comune.
«Così come per quello di Centocelle, l'obiettivo dell'amministrazione è valorizzare e rendere fruibile tutta l'area destinata a parco. Se a Centocelle bisogna eliminare gli autodemolitori, per quello dell'Appia Antica bisogna lasciare solo le attività compatibili e portare a termine gli espropri già avviati da anni — commenta l'assessora Alfonsi — nel frattempo l'Università di Ferrara sta scavando. Gli immobili tornati che riacquisiremo possono diventare aule e residenze per gli studenti».
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